L’acqua della cannella è sempre la più buona

“Acqua della cannella”
Significato: del rubinetto, potabile, gratis.
Esempio: “Avevo così sete che ho bevuto direttamente dalla cannella”
Qualche tempo fa ero in un pettinatissimo (termine assolutamente milanese) bar della zona di Brera a Milano. Quartiere ultra elegante, ma allo stesso tempo artistique, vorrebbe imitare le atmosfere calde e soffuse di Montmartre a Parigi ma, al posto di Amélie Poulain, è più facile incontrare turisti tedeschi in Birkenstock e calze che si recano alla Pinacoteca di Brera per ammirare emozionati il Bacio di Hayez o il Cristo Morto del Mantegna e sciüre milensi con bassotto con cappottino al guinzaglio.
Sta di fatto che ero trafelata e di corsa, a fatica uscita da una riunione di lavoro e avevo appena chiuso una lunghissima conversazione al telefono con mia zia quando decido di farmi un caffè.
Ecco dovete sapere una cosa: se riesco a domare il mio accento il 98% delle volte che parlo con i milanesi, i miei sforzi si dimostrano essere assolutamente vani quando riattacco il telefono dopo aver parlato con la mia famiglia. É assolutamente più forte di me, parlo con loro e l’accento da fiorentina doc ritorna verace nella mia bocca.
Sarà che ero soprappensiero, che la giornata era frenetica, ma decido di entrare in un bar. Faccio la fila, pago alla cassa 1,20€ di caffè – sbuffo – e vado al bancone. Il telefono squilla, rispondo, è mia mamma – che fai, non rispondi a mamma? «Tesoro, dove sei?» mi chiede« al bar mamma, prendo un caffè e torno in ufficio, oggi giornata tremenda, stò di corsa»
« Stai sempre di corsa, senti ti volevo dire una cosa al volo, hai sentito zia? Pensavamo di fare così…» e inizia una interminabile conversazione che ovviamente, non solo non vi riporto, ma che non ho nemmeno ascoltato del tutto. «Sì, sì mamma va bene come vuoi tu, ci sentiamo dopo» e riattacco.
Il barista mi guarda con l’odio negli occhi – si è sorbito tutta la mia chiamata e ovviamente è indisposto – «Signorinaaaaa, cosa desidera? Ora che ha finito il comizio», sorrido infastidita e rispondo gentilmente « mi fa un caffé lungo e un bicchiere d’acqua della cannella, grazie».
Nemmeno il tempo di rendermi conto dell’errore atroce che avevo appena commesso che il barista prende un bicchiere, vi versa l’acqua dentro e con fare – giustamente schifato – mi ci spruzza sopra una copiosa quantità di cannella in polvere, quasi fosse un cappuccino. Nei suoi occhi si poteva leggere a chiare lettere: “i giovani d’oggi non sanno più cosa inventarsi”. Sarà che quel “della cannella” l’ho detto strascicato un pò troppo ed è stato recepito come “alla cannella”, sarà che ero ovviamente nel torto, ma sapete cosa? Ho bevuto il mio caffè tutto d’un fiato e, con la stessa velocità, ho bevuto anche il mio bicchiere di acqua alla cannella.
É stata la pausa caffè più cattiva della mia vita, ma lo merito, anch’io che credo si possa chiedere a Milano l’acqua della cannella, rimanendo illesi da tale richiesta. Ah, vi svelo un segreto: l’acqua della cannella è quella del rubinetto non quella che sa di cappuccino!
-2 Comments-
Effettivamente, capita a tutti i toscani di fare una richiesta come la tua.
Io a Venezia mi sono sentita rispondere: mi dispiace, noi non la teniamo!
Con conseguente mia risata tra l’ intrattenibile e il perplesso e faccia risentita della barista! Mah …. ma le cannelle esistono solo in Toscana???
Bella la foto!